Astensione, Lavoro e la Memoria di Matteotti: un monito per la Democrazia

Oggi, 10 giugno 2025, il mancato raggiungimento del quorum per i referendum sul lavoro dipendente si incontra con una data storica: il 10 giugno 1924, anniversario del rapimento di Giacomo Matteotti. Un parallelismo che ci invita a riflettere su partecipazione civica e tutela dei lavoratori.

L’astensione sui referendum del lavoro, che miravano a incidere su licenziamenti e dignità salariale, è un segnale preoccupante. Le cause sono varie – scarsa informazione, disinteresse, disaffezione – ma il risultato è che una voce potenzialmente decisiva su questioni che toccano milioni di famiglie è rimasta inespressa.

In questo contesto, il 10 giugno acquista un significato più profondo. Centouno anni fa, Giacomo Matteotti, deputato socialista, fu rapito e ucciso dal fascismo per aver denunciato brogli elettorali e difeso i diritti dei lavoratori e dei più deboli. La sua integrità e la sua fede democratica lo resero un ostacolo per chi voleva soffocare ogni dissenso.
Dopo il suo assassinio, Mussolini inasprì i soprusi ed instauró oltre un ventennio di dittatura che sfoció nella barbarie della II Guerra mondiale, con lo sterminio di innocenti civili e innocenti militari mandati a combattere senza armi nè abiti adatti.

Matteotti si occupò instancabilmente delle condizioni di lavoro, denunciando sfruttamento e povertà. La sua battaglia era per la dignità del lavoro, per salari equi e condizioni di vita migliori. Morì per aver difeso il diritto di scegliere liberamente e il diritto dei lavoratori a vivere con giustizia.Oggi, il mancato quorum sul lavoro ci interroga: cosa è cambiato nella percezione dell’importanza della partecipazione e della tutela dei diritti?
La precarietà e la disuguaglianza rimangono sfide aperte, e l’indifferenza verso il referendum rischia di indebolire proprio quelle conquiste per cui Matteotti sacrificò la vita.
Il suo sacrificio ci ricorda che diritti e libertà non sono mai acquisiti, ma richiedono costante vigilanza e partecipazione.La sua memoria dovrebbe essere un monito a non sottovalutare l’importanza del voto,
a informarsi, a schierarsi.

In questo 10 giugno, ricordiamo Giacomo Matteotti non solo come vittima, ma come difensore dei diritti e della democrazia.
La sua eredità ci esorta a riflettere sul valore del voto e sulla nostra responsabilità nel plasmare la società, affinché le questioni sul lavoro e la dignità umana siano sempre al centro del dibattito e dell’azione civile.

Associazione Civica per Rovigo