Oggi si è tenuta la seconda assemblea provinciale de “Il Veneto che Vogliamo”, un bel momento di confronto con Arturo Lorenzoni. Questi i 5 punti proposti durante l’assemblea da Edoardo Gaffeo:
Per costruire il Veneto che vogliamo abbiamo bisogno di un linguaggio e di contenuti all’altezza della sfida che ci attende. Dobbiamo parlare alla nostra gente superando il machismo venetista di Zaia.
Dobbiamo essere diretti e andare al punto delle cose, perché siamo tutti stanchi di essere presi in giro. Dobbiamo parlare alla testa ed al cuore delle persone condividendo progetti concreti, perché meritiamo più di quello che in questo decennio di governo la Lega ha saputo offrire al Veneto.
- Il Veneto che vogliamo è una Regione in cui la medicina territoriale sia finalmente valorizzata e finanziata, con strutture adeguate di diagnosi decentralizzato sul territorio, all’avanguardia tecnologica, in grado di prendersi cura di quante più persone possibile direttamente a casa loro.
- Il Veneto che vogliamo è una Comunità dove la rete di protezione sociale cui ognuno di noi può rivolgersi nei momenti di difficoltà e fragilità vede insieme il pubblico degli Enti Locali e il privato del mondo del volontariato e del Terzo settore. Un welfare generativo, opportunamente supportato e finanziato, con al centro l’autonomia e la dignità delle persone.
- Il Veneto che vogliamo è una Regione che affronta i cambiamenti climatici con un piano cospicuo di investimenti pubblici per la mitigazione e l’adattamento agli eventi estremi che siamo costretti a fronteggiare con frequenza sempre maggiore. Una Regione in grado di stabilire un percorso definito di abbandono progressivo delle fonti fossili per i veicoli e gli impianti di climatizzazione delle proprie città. In cui si progettano e costruiscono infrastrutture resilienti. In cui l’innalzamento delle acque costiere da un lato, e i fenomeni di siccità dall’altro vengano affrontati con lungimiranza, intelligenza e competenza.
- Il Veneto che vogliamo è un ecosistema produttivo in cui la politica industriale si pone degli obiettivi di innovazione tecnologica, organizzativa e manageriale, e li persegue con convinzione. Con una collaborazione organica tra business e ricerca. In cui il sistema finanziario torni ad avere un ruolo di supporto concreto allo sviluppo del territorio, dopo le fallimentari esperienze predatorie degli anni scorsi. Una finanza virtuosa, in grado di supportare la crescita delle nostre aziende e start-up con capitale di rischio, come nelle esperienze più virtuose e avanzate in giro per il mondo.
- Il Veneto che vogliamo progetta e finanzia una politica culturale in cui tutte le straordinarie realtà sparse sul territorio sono messe nelle condizioni di operare al meglio delle proprie possibilità. In cui la corretta competizione tra soggetti non viene svilita da politiche accentratici e piegate ad interessi di parte. In cui viene premiato il merito e riconosciuto il valore artistico.